venerdì 11 luglio 2008

How soon is the nicest thing?




Capita che io mi fissi con una canzone. Non so se è il testo, la musica, o che, ad attirarmi.
Di solito è una canzone che conosco già bene. Non la calcolo troppo, finchè poi non arriva quel giorno particolare, preciso, per cui lei è perfetta.
E' il testo che mi cattura, credo, il momento in cui mi capita di sentirlo veramente. Non posso fare a meno di riascoltarlo all'infinito, ancora e ancora, e torno ai cari vecchi tempi da adolescente, quando facevo cassette con una sola canzone ripetuta all'infinito (chissà se quella con Lemon Tree è stata sfasciata dal troppo nervosismo di chi la ascoltava...).

Divento dipendente. Una sola volta non basta, il circolo della narrazione di quei 3 o 4 minuti è troppo poco perchè il mio ascoltatore interiore ne venga soddisfatto. Dovrebbe essere una sinfonia in 9 o 10 movimenti. Ma deve rimanere così com'è.
E allora via, un'altra volta, un altro ascolto, sperando di non perdere e invece di recuperare la magia e la meraviglia che ho provato quando mi ha colpita per la prima volta. E così la cito ovunque, sperando che ogni giorno risalti come se fosse il primo.

Ma non è detto che ciò che a me appare ovvio lo sia in ugual misura anche per altri. Ciò che un brano significa per te, può essere distorto da orecchie ben distanti. O sorde. O mute.




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