mercoledì 14 marzo 2012

Loro sì che riescono ancora a sorprenderci



E' giunto il momento dell'ennesimo video degli Ok Go, Needing/Getting. Di loro si parla solo per questo, no? Se ripenso al primo esperimento, a cosa ha rappresentato, per il mondo del videoclip, non posso che pensare di prostrarmi ai loro piedi per quell'enorme coerenza che dimostrano e per la loro crescita in termini di intenti e Ricerca con la "r" scritta proprio così.
Dopo il video che distruggeva le regole dell'artificio (camera fissa, tapis roulant e tanta inventiva), e dopo aver sperimentato con le possibilità optical dei colori su schermo con WTF, si arriva al secondo grado d'evoluzione: This Too Shall Pass nella sua versione "macchina di Rube Golberg" è una gioia per chiunque, condiviso a manetta su tutte le paginette facebook gridando al capolavoro (34 milioni di visualizzazioni contro le 12 di Here It Goes Again, tanto per dire). Continueranno poi rimaneggiando la stessa idea: colori American Apparel per End Love, o (quelli che si scriverebbe) #canicarini per White Knuckles, e via così con la forza delle coreografie accattivanti.

Oggi però siamo al terzo stadio. Se prima la forma visiva distraeva un bel po' da quella musicale (anzi, diciamolo: del tutto), qui siamo alla fusione completa. E' il video che fa sgorgare la musica. Avevamo già avuto dei timidi accenni, delle idee sparse qua e là, con This Too Shall Pass e White Knuckles. Ora siamo alla consacrazione. L'idea di un'auto che si suona da sola, e che suona oggetti, durante il suo percorso, è straordinaria. Note di produzione segnalano i 1.000 strumenti musicali usati, i 2km di percorso, e il record di visualizzazioni in un giorno. Ma direi di guardarsi, semplicemente, il backstage. Dirà tutto.

Quello che stupisce è la poca risonanza, visto il progetto, avuta nell'ultimo mese. Quasi come se ci fossimo abituati nel farci stupire dagli Ok Go, e il loro gioco non fosse più capace di sorprese. Bene, signori miei: è il caso di riaprire gli occhietti e ricominciare a pensare al fantastico rapporto vista-udito. Un'unione che non smette mai di sorprendere.

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