giovedì 6 novembre 2008

Let the beat control you


Il disco che non ha titolo, se non la grande O che racchiude il nome della band.
Ma il problema è un altro, ovvero l’anima del commercio. Pot Kettle Black e Alligator Skin sono le colpevoli, tracce trascinanti che istigano a comprare della birra o ad ammirare concupiscente l’auto più nuova e scattante. Possibile? Il dubbio rimane e se non lo sapessi non mi accorgerei neanche della più grande attrattiva di questa band: la percussionista tiene il tempo ballando il tip tap. E infatti appaiono pezzi come Dust Me Off e Falling Without Knowing, molto eterei e meno caciaroni ma dotati di un trasporto che non manca di colpire nei sensi. Finisce inevitabilmente che vuoi anche tu la pedana su cui si dimena ammaliante la tap dancer Jamie. Fermarti sui colorati video delle loro performance. Andare avanti a canticchiare “Pot kettle! pot kettle black! / Talk that! talk that smack!”.
L’ultimo atto si consuma con Beat Control. Guardate il video girato autonomamente dai bambini della Grade Four International Class: semplice nelle coreografie come il brano è semplice nel ritmo e nell’amalgama. E si finisce così, canticchiando allegri e pensando: “Sì. Lascia che il ritmo ti controlli”.

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