lunedì 6 dicembre 2010

Una lista consumistica

No link :(










Cliccare sull'immagine per il link



martedì 5 ottobre 2010

Vendo Justin. Vendo la macchina. Vendo la band.

Questo è già il quarto episodio di una strategia, quello dove il gioco si rivela. La band in sottofondo, la macchina scintillante, l'attore supermacho: il gioco diventa cosa seria.

La bella rovata dell'Audi è puntare su una band emergente, i Torpedo (selezionata, certo, con un concorso ad hoc). Poi prende Justin Timberlake. Che gli faccio fare? E' carino, può fare l'attore. Tanto lo spot prima o poi lo gireremo. Anzi, facciamo un film intero. Con la macchina.
Ah, ma era un cantante? Sicuri? E ne sa di musica o è rimasto un bamboccione burattino alla 'Nsync? No? Allora potrebbe fare....il produttore! E visto che le piccole band sconosciute oggi tirano un sacco, facciamo che ne prendiamo una, gliela diamo in pasto, e vediamo cosa ne esce.....

Finisce che ne escono due bei pezzoni, An Invention, col tiro giusto per correre liberi e giovani sulle strade più impervie, e Accelerate, un nome un perché.
La strategia potrebbe essere vincente. Mimetizzare il prodotto fra mille altri più o meno cammuffati da intrattenimento, mentre questi tirano avanti la barcarola scambiando l'arte per la parcella. Non è certo il primo esempio, nè sarà l'ultimo. E' solo un'aggiornamento di sistema. Upload completato.
Però ora la band me la voglio ascoltare davvero.

lunedì 5 luglio 2010

Ten(d)eroni



Forse ha senso. O forse è cattivo gusto.
Devo decidere.

giovedì 1 luglio 2010

I veri giornalisti



Mattina presto. Auto. Radio. Metto su Lifegate, il programma Passengers. C'era un esimio giornalista rockeggiante che parlava delle sue cose, e del gudurioso passato. E' citato pure in una canzone. Poi gli chiedono: cosa ne pensi dei blog, e di chi scrive online? Risposta: non so dove trovano la forza di scrivere a fine serata, io quando smetto ho voglia di andare a giocare a calcetto, svuotare la testa, non mettermi a scrivere sul computer.
OCCAVOLO.

Sarà che forse mi aspettavo di sentire "mi piace molto come scrive quello", e che già mi vedevo ad appuntarmi il nome, l'avrei cercato e visto se codesto signore ci azzeccava. E invece no...
Non lo sa che c'è gente che lavora, è professionista online? Sa che questa cosa qui, proprio questa che scrivo ora, è sì una minchiata, ma che ci sono riviste e blog e cazzate serie, belle, complete, inappuntabili, innovative, stupende, anche sul web? Lo sa che lui lavora per un altro giornalista che ha la sua principale carriera online?
Si sarà sbagliato, dico io.
Non può essere.
Per lui è come se sul web ci fossero stronzate. Gente che fa tictic e fa bisboccia con gli amici.

Ieri sera ho seguito due eventi sull'uso dei social network (Social networking & Job Research, Meet the Media Guru). Era ormai come postulato che anche Facebook, ormai, è una cosa seria.

Insomma, poteva rispondere mille e più cose diverse, e ha scelto la cagata più cagata. Complimenti al vecchio rocker.

martedì 29 giugno 2010

Musica da indossare

Dente - t-shirt uomo. artwork Birò- Drawinginthekitchen

Inizio da qui. Amore per le belle cose, per quelle d'ingegno.
Tipo anche questa:




lunedì 28 giugno 2010

La poesia in uno sguardo




Questa mostra. Una domenica sera, la Bovisa in ristagno fresco dopo un giugno da canicola. Dentro i quadri, o per meglio dire, i segni. Tratti lasciati dalla musica di cui si fanno creatori. Fusioni indistricabili fra copertine, foto, performing arts, anche se non ci sono davvero.

Antony merita l'astrazione.
I Kills hanno bei soggetti da mettere su Polaroid.
Le Chicks On Speed sono matte da legare, ma la scarpa è così fetish...
Andy senza il buio non esiste.
Bianca Casady che vuole essere un uomo. O una donna. E' indecisa.
Pete Doherty sa come attirare l'attenzione. Col sangue.
Devendra è uguale a se stesso.
Patti Smith è la mia poesia, vorrei fermarmi un giorno intero a guardare coi suoi occhi.





domenica 27 giugno 2010

The Twilight Saga: Eclipse OST (aka: dove vanno a finire le nostre saghe)



E’ arrivata la nuova colonna sonora del terzo film targato Twilight. Mi sono chiesta se fosse una pessima idea parlarne ancora, eppure la vecchia storia dei vampiri buoni e dei licantropi gentlemen tira eccome. E visto che già era riuscita a solleticarci con New Moon sul magico mondo delle OST che cadono a fagiolo sul nostro pane quotidiano, non possiamo perderci quest’ultimo passaggio e approfittarne per scovare il minimo comun denominatore degli anni Zero.

2004: con The O.C. (dal Mix1 al Mix6), nasce l’indie per ricchi. Seth Coen è ebreo, sfigato, nerdissimo, fumettissimo, eppure così figo, e ascolta tutto quello che in questo momento dei nuovi anni Zero consideriamo il vero hype.
2006: Marie Antoinette non è un prodotto di largo consumo come gli esimi colleghi, ma la OST è stupefacente. Siouxsie and the Banshees, New Order, The Cure, e The Strokes, Aphex Twin, Air accanto a Vivaldi e compagnia classica: non c’entra una mazza con l’ambientazione del film ed è una grandissima idea.
2007: Gossip Girl mette in scena con nonchalanche cosa è “in” e alla moda. Tutto è moda. Non c’è neanche bisogno di dirlo. Non c’è bisogno di una soundtrack ufficiale, anche se esiste. Gli aggiornamenti saltano fuori assieme alla puntata settimanale, i riferimenti impliciti passano da tastiera a schermo cellulare. E’ il nuovo mondo che ormai ha acquistato un metodo. E se sei teenager e hai bisogno di distinguerti, Phoenix, Vampire Weekend, Crystal Castles e perdincibacco, anche i Sonic Youth sono il tuo pane quotidiano. Insieme alle scarpe disposte in ordine alfabetico per stilista.
Cambio di rotta del 2009 per New Moon. E’ diverso da Twilight: le band adolescenziali finto-rock tipo Paramore, Green Day, Linkin Park non tirano più. Bisogna sorprendere e forse anche risparmiare. Il risultato è un gioiellino che tira le somme alla fine del decennio. E ci sta tutto.
2010. Alice in Wonderland è solo l’inizio di un anno di conferme. Due OST, una noiosa raccolta di strumentali e un confanetto che cerca la sua strada fra il vecchio mainstream (Avril Lavigne, Blink 182, Tokio Hotel, Plain White T’s, Metro Station) e il nuovo vintage (Robert Smith, Wolfmother, Franz Ferdinand). Non si sa cosa scegliere, ma le si prova tutte. Tanto c’è Avril.

E per finire, la nostra The Twilight Saga: Eclipse. Cominciando dai Muse, che piacciono tanto alla spumeggiante Stephanie Meyer: nel primo volume sono stati una labile presenza, poi hanno fatto un remix, e infine sfornato un inedito in stile Queen. Il resto è come un almanacco della stagione 2009/2010: Florence and the Machine, Dead Weather, Vampire Weekend, Black Keys con le loro uscite fresche-fresche. E poi quelli che non erano stati ammessi al girone precedente: Bat For Lashes, Fanfarlo, Sia, The Bravery, Metric. I Band Of Horses si riconfermano, UNKLE e Cee Lo Green ritornano in auge, Howard Shore ci riprova dopo Il signore degli anelli e tutte le sue molte altre cose.
Non sarà certo il punto di arrivo, né un passo seminale. Ma la sua presenza al terzo stadio di un fenomeno mediatico rilevante non fa che stuzzicare la voglia di cercare una strada di senso fra le colonne sonore degli anni Zero. Viviamo, in fondo, gli anni della citazione e del frammento; ogni anno la moda cambia, ogni prodotto culturale rimanda a un altro, intriso di link e navigazioni [ho messo un link] sulla superficie del contenuto. La musica diventa un veicolo a quattro ruote su cui caricare i pacchi che si vuole e trasportarli da qualche altra parte. Grey’s Anatomy usa titoli di canzoni per nominare le puntate; C.S.I.: NY gioca con Nelly Furtado, i Coldplay e le suonerie truetone con una consapevolezza che va ben oltre l’uso di canzoncine da sottofondo; Cold Case ricerca scientificamente canzoni storiche per ambientare al meglio gli episodi. Sono tutte serie tv, direte voi. Bene. Ma non ditemi che Twilight è un film, non vi crederò.


Pubblicato qui.

mercoledì 13 gennaio 2010

Indie Chic (corollario)



Come creare un video che affascina grazie a movenze, vento, suoni, ma soprattutto moda.

(via Pretty Much Amazing)

domenica 10 gennaio 2010

Post-Punk, Geist e Revival



chiara scrive:
http://pitchfork.com/reviews/albums/13597-in-this-light-and-on-this-evening/
g* scrive:
mi fai una sintesi? sto finendo la scrittura
the least fun band of the bunch
chiara scrive:
Da quanto capisco dice che assomigliano troppo ai Joy Division, il debutto del 2005 era valido, sono un po' come tutte le altre banducole che rievocano il post punk degli anni '80
g* scrive:
a me sembra dica che sono molto diversi dal loro debutto e che offrono una immagine valida di essere l'ultima vera band post punk onorando i Joy Division
chiara scrive:
cioè punk triste elettronico
g* scrive:
ma discostandosi da loro elettronicamente
chiara scrive:
bè, i Joy Division sono diventati New Order e sono proprio 'sta roba qui
g* scrive:
però non è contentissima
rimane il fatto che "Eat raw meat = Blood drool" è strabella, secondo me. La ascolto in loop
"I don't wanna be ignored, oh God!"
una canzone che inizia così è meravigliosa!
i don't wanna be left out, or GET FUCKED!"
chiara scrive:
io direi che il risultato mi piace tanto, che so che non è nulla di nuovo, ma che racconta bene i tempi, soprattutto se si guarda agli Editors COME PERCORSO, da post-punk-revival con le chitarre verso il ritorno al post-punk anni '80 coi sintetizzatori. Ma le etichette vengono sempre scomode
g* scrive:
a me piace il percorso che hanno fatto, più di quello dei killers
chiara scrive:
sisi
c'è da dire che i poveri Killers sono emersi come band pop, ormai
col successo è venuto anche lo screditamento
invece gli editors sono più danzerecci ma con "cupità"
sto ascoltando i primi due album, cmq, e non me li aspettavo così pop
faciloni
g* scrive:
tha back room è facilone, anche se ci sono delle chicche
an end has a start osa di più
pesta su alcuni punti, cerca un'identità
chiara scrive:
era anche il disco "della consacrazione"
g* scrive:
l'ultimo è come se avessero pensato che l'identità può essere cercata attraverso vie alternative e non ortodosse,
l'identità si sperimenta
chiara scrive:
che chicche!
g* scrive:
nessuno preclude che nel prossimo lavoro possano tornare ad un sound più melodico, ma credo che la cifra degli editors sia anche questa, ossia mancare assolutamente sempre il bersaglio, farsi scoprire nel tempo. non lavorano spesso in un'ottica di puro marketing delle idee e dei generi, fanno quello che piace. piaccia anche agli altri, o meno. Sono "editori", di quelli di vecchio stampo.
loro pubblicano secondo il loro gusto
chiara scrive:
che poi, alla fine mi sembra che le caratteristiche musicali siano le stesse, ma che col nuovo disco abbiano semplicemente cambiato gli strumenti
g* scrive:
probabile che vengano da un biennio di cambio dei gusti musicali, di interfenrenze,
contaminazioni, o solo voglia di divertirsi con i sint e le batterie elettriche
chiara scrive:
bè, vanno di moda, eh
il che, insomma, non è da precursori
però è anche vero che queste mode che vanno di moda avranno ragion d'essere
g* scrive:
giustissimo
chiara scrive:
Racing Rats, ha un ritmo di batteria dance...praticamente la rifaranno con elettroniche e sarà il disco del 2009
g* scrive:
forse c'era in Racing Rats il seme di questo nuovo lavoro?
chiara scrive:
potrebbe
è la stessa idea di ritmo dei Bloc Party, anche se si sente che lo spirito, il Geist, è diverso
ma il genere c'è