martedì 29 giugno 2010

Musica da indossare

Dente - t-shirt uomo. artwork Birò- Drawinginthekitchen

Inizio da qui. Amore per le belle cose, per quelle d'ingegno.
Tipo anche questa:




lunedì 28 giugno 2010

La poesia in uno sguardo




Questa mostra. Una domenica sera, la Bovisa in ristagno fresco dopo un giugno da canicola. Dentro i quadri, o per meglio dire, i segni. Tratti lasciati dalla musica di cui si fanno creatori. Fusioni indistricabili fra copertine, foto, performing arts, anche se non ci sono davvero.

Antony merita l'astrazione.
I Kills hanno bei soggetti da mettere su Polaroid.
Le Chicks On Speed sono matte da legare, ma la scarpa è così fetish...
Andy senza il buio non esiste.
Bianca Casady che vuole essere un uomo. O una donna. E' indecisa.
Pete Doherty sa come attirare l'attenzione. Col sangue.
Devendra è uguale a se stesso.
Patti Smith è la mia poesia, vorrei fermarmi un giorno intero a guardare coi suoi occhi.





domenica 27 giugno 2010

The Twilight Saga: Eclipse OST (aka: dove vanno a finire le nostre saghe)



E’ arrivata la nuova colonna sonora del terzo film targato Twilight. Mi sono chiesta se fosse una pessima idea parlarne ancora, eppure la vecchia storia dei vampiri buoni e dei licantropi gentlemen tira eccome. E visto che già era riuscita a solleticarci con New Moon sul magico mondo delle OST che cadono a fagiolo sul nostro pane quotidiano, non possiamo perderci quest’ultimo passaggio e approfittarne per scovare il minimo comun denominatore degli anni Zero.

2004: con The O.C. (dal Mix1 al Mix6), nasce l’indie per ricchi. Seth Coen è ebreo, sfigato, nerdissimo, fumettissimo, eppure così figo, e ascolta tutto quello che in questo momento dei nuovi anni Zero consideriamo il vero hype.
2006: Marie Antoinette non è un prodotto di largo consumo come gli esimi colleghi, ma la OST è stupefacente. Siouxsie and the Banshees, New Order, The Cure, e The Strokes, Aphex Twin, Air accanto a Vivaldi e compagnia classica: non c’entra una mazza con l’ambientazione del film ed è una grandissima idea.
2007: Gossip Girl mette in scena con nonchalanche cosa è “in” e alla moda. Tutto è moda. Non c’è neanche bisogno di dirlo. Non c’è bisogno di una soundtrack ufficiale, anche se esiste. Gli aggiornamenti saltano fuori assieme alla puntata settimanale, i riferimenti impliciti passano da tastiera a schermo cellulare. E’ il nuovo mondo che ormai ha acquistato un metodo. E se sei teenager e hai bisogno di distinguerti, Phoenix, Vampire Weekend, Crystal Castles e perdincibacco, anche i Sonic Youth sono il tuo pane quotidiano. Insieme alle scarpe disposte in ordine alfabetico per stilista.
Cambio di rotta del 2009 per New Moon. E’ diverso da Twilight: le band adolescenziali finto-rock tipo Paramore, Green Day, Linkin Park non tirano più. Bisogna sorprendere e forse anche risparmiare. Il risultato è un gioiellino che tira le somme alla fine del decennio. E ci sta tutto.
2010. Alice in Wonderland è solo l’inizio di un anno di conferme. Due OST, una noiosa raccolta di strumentali e un confanetto che cerca la sua strada fra il vecchio mainstream (Avril Lavigne, Blink 182, Tokio Hotel, Plain White T’s, Metro Station) e il nuovo vintage (Robert Smith, Wolfmother, Franz Ferdinand). Non si sa cosa scegliere, ma le si prova tutte. Tanto c’è Avril.

E per finire, la nostra The Twilight Saga: Eclipse. Cominciando dai Muse, che piacciono tanto alla spumeggiante Stephanie Meyer: nel primo volume sono stati una labile presenza, poi hanno fatto un remix, e infine sfornato un inedito in stile Queen. Il resto è come un almanacco della stagione 2009/2010: Florence and the Machine, Dead Weather, Vampire Weekend, Black Keys con le loro uscite fresche-fresche. E poi quelli che non erano stati ammessi al girone precedente: Bat For Lashes, Fanfarlo, Sia, The Bravery, Metric. I Band Of Horses si riconfermano, UNKLE e Cee Lo Green ritornano in auge, Howard Shore ci riprova dopo Il signore degli anelli e tutte le sue molte altre cose.
Non sarà certo il punto di arrivo, né un passo seminale. Ma la sua presenza al terzo stadio di un fenomeno mediatico rilevante non fa che stuzzicare la voglia di cercare una strada di senso fra le colonne sonore degli anni Zero. Viviamo, in fondo, gli anni della citazione e del frammento; ogni anno la moda cambia, ogni prodotto culturale rimanda a un altro, intriso di link e navigazioni [ho messo un link] sulla superficie del contenuto. La musica diventa un veicolo a quattro ruote su cui caricare i pacchi che si vuole e trasportarli da qualche altra parte. Grey’s Anatomy usa titoli di canzoni per nominare le puntate; C.S.I.: NY gioca con Nelly Furtado, i Coldplay e le suonerie truetone con una consapevolezza che va ben oltre l’uso di canzoncine da sottofondo; Cold Case ricerca scientificamente canzoni storiche per ambientare al meglio gli episodi. Sono tutte serie tv, direte voi. Bene. Ma non ditemi che Twilight è un film, non vi crederò.


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